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Come si fa... Come si fa pretendere che si debba essere per forza felici, sereni e spensierati, nonostante tutto ciò cui assisti o senti dire, quotidianamente oramai. Che sia il Natale o qualsiasi altra festa, non riesco a subirne il "fascino": e non credo sia soltanto perché sarei un "impenitente infedele". Sarà che il Natale non fa miracoli; invero non ne faceva prima e non ne fa a maggior ragione oggi. Probabilmente lo stesso "Gesù bambino" è congelato, anchilosato.
In auge romana imperiale, in questi giorni si usciva per le strade gridando "ci è nato un bambino!", alludendo al Sole, che reiniziava il suo corso ascendente. Ci si scambiava "segni di pace" e regali: le cosiddette "strenne". Si sapeva che si trattava di simbolismi a carattere stagionale: il pagàno era molto intelligente.
Questo natale, invece, cade la neve un po' ovunque. Ne cade tanta: cade sugli operai cassintegrati o licenziati; cade sugli insegnanti precari e su chi ha parenti disabili o gravemente ammalati; cade per i senza tetto. Cade su chi protesta per condizioni di vita oramai al limite dell'umano. Cade: e fa freddo.
Per altri, invece, non cade: altri che possono svernare nei Mari del Sud, alle Antille, nel Pacifico o nell'Indiano; altri che si permettono non già la bicicletta (che va così di moda, al limite, soltanto quando devono farsi inquadrare da qualche telecamera...), bensì la fuoriserie; altri che vestono firmatissimi mentre i più, oramai, prendono i vestiti in quegli stessi cassonetti in cui sempre più gente va rovistando per un tozzo di pane, mentre quelli di cui sopra mangiano da gourmet in locali da 150 euro a pietanza. Grazie ai soldi pubblici.
Sono sempre gli stessi che, a bocca piena, pontificano sulla necessità di "adattarsi ai tempi", di "stringere i denti" e "rimanere a lottare in Italia" anziché emigrare: ovvero di tornare a fare "lavori umili" (se solo ce ne fossero ancora, di lavori da poter fare!)...
In sostanza, la parola d'ordine di questi delinquenti autorizzati è "stringere la cinghia" (naturalmente, per poter rimpinzare la "Banca d'Europa" con i soldi estorti ai poveracci tramite tasse inique quanto beffarde): non loro, ma bensì chi della cinghia non possiede più nemmeno i buchi...
La cosa più emblematica è che costoro (perlopiù megere o grassoni ributtanti, che sembrano usciti dal miglior quadro di Grosz) sentenziano queste cretinerie senza vergognarsene: perché si tratta di "gente" che, evidentemente, potendosi permettere più del superfluo, ignora il dolore di chi non ha più nulla e che però costituisce proprio la maggioranza delle persone che permettono loro questi stravizi, eleggendoli tramite sistemi elettorali truffaldini, anziché ribellarsi per cambiare le cose equamente. D'altronde, questi ultimi non riescono a fare altrimenti, perché oramai (a culmine della beffa) sono impotenti. Anche perché la protesta non è unanime: chi ha ancora uno straccio di lavoro deve pensare a conservarselo per campare. Non si metterà contro il padrone che riceve ancora qualche ordinativo sottobanco da questo o quel ministero, né contro il politicante che gli ha elargito qualche favore in cambio d'una carrettata di voti o di qualche piacere, da passarsi da soli o in compagnia...
Questi tempi di disgrazia, in cui ci ha catapultati la disastrosa introduzione di una "moneta unica" prima ancora che di regole per evitarne gli inconvenienti, sono ben graditi a questi pochi: questi pseudo-"amici del popolo", che fanno sempre gli interessi loro e dei loro simili, ammantandoli dietro la pretesa dell'"ordine pubblico" e del "bene dell'Europa". Non c'è colore politico, quando si tratta di soldi: la corruzione è permessa, perché oramai "siamo in troppi". In fondo, questa è un'Europa voluta dalle stesse lobbies di cui sopra, per asservire le masse e succhiare impunemente il frutto del loro lavoro.
Mi chiedo se questo "buon papa" lo sappia, quando pontifica sul valore della carità e della povertà; oppure quando va camminando con la sua macchinetta personale, anziché quella "di stato" (che rimane comunque nei box pontificii...), per andare a fare un po' d'elemosina in giro. Però non porta soldi a tutti: solo a chi gli capita più vicino.
Va dai carcerati, ma non va alle proteste pubbliche per il diritto al pane; va dai "migranti maltrattati", ma non nelle piazze gremite di genitori vocianti per i tagli alle sovvenzioni per i malati terminali. Dovrà pur esserci un motivo, per queste strane predilezioni.
La cosa più amena è che questo "buon papa" (che è pur sempre un gesuita, ricordiamolo...) effettua questi "viaggi di carità" in nome di un dio mai esistito, degno figlio di un "dio padre" di per sé inesistente ab imis: cosa che lui probabilmente non ignora, dato il suo anelito al "ritorno a una Chiesa povera". Il vero problema, però, è che lo ignorano soprattutto coloro ai quali la sua stessa organizzazione continua a voler far credere il contrario. E sono proprio questi che, anziché lottare ed agire, pregano questo stesso dio, costruito illo tempore dalla stessa risma di politicanti amorali quanto quelli che, oggi, li affamano e li bistrattano senza alcuna pietà né timore, umano né tantomeno divino!
No: non posso credere in festività come queste. Non ci potevo credere prima né posso farlo oggi: anche perché oggi la neve è più fredda del solito. |
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