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Alludendo alle classiche profezie sul trionfo della Menzogna poco prima degli "ultimi giorni", non molto tempo fa un amico credente mi chiese come mai il dissenso stia dilagando proprio di questi ultimi tempi. In verità, il dissenso c'è sempre stato: oggi ha semplicemente affinato le armi con l'aiuto di un'informazione meno ristretta. Quanto al fatto che si starebbe palesando più massicciamente in questi ultimi anni, ho sempre pensato che chi proclama una "profezia" sia anche il primo ad essere interessato al suo adempimento.
Viviamo in un mondo sempre più inquietante, dove accade di tutto. Non che le cose cui assistiamo oggi non si verificassero anche nel passato; catastrofi, guerre, truffe, eccidii, aberrazioni, parricidii, sono una costante della storia umana, ma ce ne accorgiamo solo ora che la situazione sta diventando intollerabile. L'essere umano s'è bevuto il cervello tutt'un tratto? No: probabilmente l'umanità è solo satura. L'uomo si annoia molto facilmente, sicché, allorquando raggiunge un limite di saturazione e di "progresso" avanzato, può arrivare a credere di non avere più nulla da scoprire.
Un credente è incapace di capire che non avrebbe senso dare la colpa della distruzione dell'umanità all'"innata cattiveria umana", al danaro, al "demonio": a che pro Dio permetterebbe tutto ciò? D'altronde, il credente sa pure che il medesimo "dio" avrebbe minacciato di distruggere l'umanità, un giorno o l'altro; l'ha promesso perché l'uomo avrebbe approfittato del "libero arbitrio", concessogli proprio da Lui!
Avremmo, dunque, un dio onnipotente e onniprevigente, che crea il Tutto dal Nulla ma perde facilmente la pazienza a seguito dei peccati commessi dalle sue creature, create imperfette da lui stesso, alle quali aveva accordato la libertà d'agire come volevano, purché si fossero attenuti alle sue leggi: dopo averle punite con un "diluvio", sempre lo stesso dio avrebbe annullato i peccati umani facendosi crocefiggere, minacciando nuovamente la fine del mondo alla sua "seconda venuta"!
Lungi da me il voler trovare una logica in cose del genere: si commentano benissimo da sole. Paradossi a parte, non saprei dire semmai esistano dirette connessioni tra cicli cronologici e isterie di massa: è un discorso che contemplerebbe sin troppe variabili e discipline, per poter essere quantomeno abbozzato. Potrei comunque affermare con certezza che i "padri" provino a terrorizzare da sempre i poveri di spirito con trovate del genere, riuscendoci talmente bene che questi ultimi non riescono a coglierne i controsensi nè che finora siano state preannunziate tantissime apocalissi (tutte fallite). Grazie a loro, la gente pare non capire che la "dissolutezza dei tempi" sia in qualche modo ciclica, frutto dell'evoluzione dei costumi e della noia delle mode di pensiero.
Non sarà certo l'appello al ritorno al "rigore" decantato da certi manuali divini, a ristabilire le cose: semmai, sarà semplicemente l'inizio dell'ennesimo ciclo di gioco fomentato dalla stessa illusione ricercata dai "saggi" per frenare il corso dei tempi.
La cosa più importante per i fanatici apocalittici, non è tanto che la fine possa verificarsi davvero, bensì l'ansia della smania maniacale nell'attenderla, utilizzando minacce del genere come "prova" dell'esistenza di un dio che si mostra punitivo contro i dubbiosi.
Molti di loro sarebbero felici che giunga la fine del mondo, per gustarsi lo spettacolo a fianco del dio punitore che fa scempio dei dubbiosi salvando i "probi" (cioè loro stessi...): in parole povere, attendono la venuta di un "giustiziere" che avrebbe lasciato fare l'umanità per poi effettuare una reentrée hollywoodiana. Si può mai pretendere serietà nel commentare assurdità di questo tipo? L'uomo non dovrebbe temere divinità del genere, ma le azioni dei folli che ci credono!
Che razza di dio "onnipotente" potrebbe mai permettere la nascita del figlio del suo avversario per fargli seminare la distruzione e poter poi entrare in scena e rivelarsi nuovamente come vero dio, onnipotente e creatore del Tutto? I persiani avrebbero saputo fornire certamente una risposta, se non fosse che pochi oggi conoscono la teoria avestica di Traetaona ed Ahzi Dahaka; i nuovi indagatori di Dio, invece, parlano più comodamente di "imperscrutabilità del Piano Divino"!
La "logicità" si riscopre quando consideriamo che queste apocalissi siano l'eco di una teoria religiosa cosmica, un arcaismo di paganesimo, come già sapevano al tempo di Celso: ma non tutti conoscono i retroscena e le origini dell'escatologia cristiana.
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In questi ultimi due secoli si sono avvicendate schiere e schiere di nuovi "profeti": per la maggior parte si trattava di religiosi o di "semplicioni" che ricevevano previsioni dalla madonna o nientemeno che da Dio in persona. Nessun altro ha mai condiviso questi loro messaggi molto graditi alla Chiesa, trattandosi di condanne al comunismo, al nazismo, all'ateismo e tanti altri comodi sparring partner della Società dei Buoni.
In verità, non è difficile fare una "profezia". Prendiamo un classico cliché umanizzato: il Servo Sofferente. Egli è il Prescelto perché obbedisce in tutto al suo creatore, al punto del sacrificio estremo per il bene dei peccatori, dopo aver vissuto una vita di stenti e soprusi: ma questa non è una gran profezia, poiché qualunque individuo che accetta senza fiatare le ordalie di Dio e i diktat dei suoi ministri, è chiaramente un servitore-modello. Non è difficile creare un'antitesi a tale campione: si tratta del servo del Nemico, di colui il quale vuole minacciare l'ordine prestabilito da "Dio", e che grazie ai favori del "Dimonio" gode (in vita) di tutti quei beni dei quali il primo è privato.
Allo stesso modo, non è una profezia quella di teologi come il cardinale Biffi, capace di dirci — interpretando qualche passo del "vangelo secondo Solovev" — che l'anticristo sia animalista, vegetariano, ambientalista, grande comunicatore e conoscitore delle scritture: dunque, non devi essere animalista né vegetariano (secondo le stime, prevalentemente non-credenti...), altrimenti potresti ledere gli interessi di quelle multinazionali di cui l'IOR è per vie traverse buon azionista, e che spesso sovvenzionano le liete scampagnate del pontefice di turno (ad es. la Nestlé e la Coca Cola); non devi essere ambientalista, altrimenti potresti disinteressarti del mondo ultraterreno, preoccupandoti "oltremisura" di quello terreno; non devi conoscere le "scritture", altrimenti potresti capire quel che c'è dietro. Forse Rabano Mauro fu meno preciso, ma più criptico; resta da capire se la tribù di Dan, di cui parlava, sia quella dell'anticristo o di Sansone, e se il "carro di ferro nero" sia una fuoriserie o la metafora dell'orbita di Saturno!
Si può andare avanti intessendo le previsioni più complesse che ci siano, partendo da spunti elementari e girandoci attorno come una ragnatela; se poi si compiranno o meno, è un problema secondario rispetto alla suspence che avrai provocato.
Non è difficile neppure far di modo che le "previsioni" si avverino, specie qualora da esse dipendessero la credibilità e la perpetuazione della Chiesa: basta agire su dei determinati, classici pivot, la cui elementarietà è tale da passare sotto notabilità.
Il numero di persone sul pianeta è il mattone fondamentale di questa escalation: la Chiesa ha sempre predicato di procreare per procurarsi nuovi "soldati di Cristo" ed accrescere la "gloria di Dio". La stolta strumentalizzazione della copula accresce l'indice demografico, con la conseguenza che, giunti a un livello di saturazione della densità del tasso di popolazione, potrebbero iniziarsi a configurare sintomi non certo dissimili da quelli che dovrebbero preannunziare la fine del mondo. Sovrappopolazione implica competizione accentuata e favoritismi, che a loro volta sottintendono sfruttamento indiscriminato di risorse (ambientalismo...), che a sua volta implica contrasto sociale, criminalità, distruzione dell'ambiente, sfruttamento umano e via di seguito, a catena.
È assai facile, per chi ha fatto voto di castità, istigare i "comuni mortali" a sfornare figli senza pensarci due volte. Sia chiaro, non si sta certo dicendo di non procreare affatto: le pulsioni naturali non possono essere tarpate, ma è altrettanto ovvio che fomentarle arrechi altrattanto danno, specie se si pretende che la sessualità debba essere indirizzata esclusivamente alla procreazione. In tal senso, l'uomo si ridurrebbe egualmente alla stregua di animali (certamente più docili e obbedienti).
Siamo però certi che se ciascuna famiglia limitasse il numero dei nuovi nati in base al rapporto di benessere nazionale intrinseco, le cose potrebbero stabilizzarsi: beninteso, qualora la Chiesa Cattolica non fosse contraria al controllo persino nel caso in cui si trattasse di un massimo di due figli. Ad esempio, ultimamente persino il governo delle cattolicissime (e poverissime) Filippine, per far fronte ai problemi causati dalla sovrappopolazione, ha pensato finalmente di varare una legge sulla limitazione delle nascite, incontrando l'opposizione clericale, che l'ha definita una "violazione della libertà religiosa".
Dunque, non è difficile far sì che la "fine del mondo" si avveri: se ci pensiamo bene, basta davvero molto poco. |
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