Abbiamo scampato (sinora) a profezie esotiche quanto improbabili, per imbatterci in scienziati che ci invitano a pregare, ad ultima risorsa contro corpi meteoritici dal comportamento erratico quanto imprevedibile (vedasi certi casi simil-Tunguska, accaduti peraltro molto di recente...); assistiamo a terremoti, tsunami, inondazioni e disastri vari, che assillano costantemente il genere umano; osserviamo come la povertà sia endemica e in rialzo, tanto quanto endemici e sempre più frequenti sono i casi di follie, collettive o individuali; constatiamo quotidianamente in che modo i costumi siano sempre più invertiti, talchè il grottesco passa per bello e viceversa, il disonesto la passa liscia e l'onesto subisce le ingiustizie. Ma a quanto pare, a certuni tutto ciò non basta ancora.
La bellezza di ben nove anni fa, in un articolo che dissertava sull'attendibilità delle profezie dell'immaginario giudaico-cristiano, espressi il ben preciso giudizio sul fatto che dette "previsioni" siano in realtà (per ovvi motivi) pilotate e fatte avverare da chi le propugna. Naturalmente, a parte qualche mio fedele lettore, a suo tempo nessuno segnalò né diramò pubblicamente tale evidenza: d'altronde, come si dice, "nemo propheta in patria".
Non che io voglia riconoscimenti o che altro: diciamo che certuni, viste certe evidenze, dovrebbero tirare le somme e considerare che se ho avuto ragione su ciò, questo significa che io abbia ragione anche su tutto il resto; e prima cosa, sulla tesi in base alla quale ho dimostrato ampiamente che il Cristianesimo sia una straordinaria truffa. Ma del resto, mi rendo conto che pochi potrebbero permettersi la responsabilità di concordare su conclusioni siffatte.
L'elezione di Bergoglio, preceduta allo "strano" forfait di Ratzinger (col quale il primo ha dato vita persino a un simpatico siparietto "didascalico"), è sintomatica del fatto che il sottoscritto parli elettivamente con cognizione di causa. Tutta la faccenda è un inno alla "profezia post-eventum". Il papa che si ritira "perché non ce la fa fisicamente" (leggasi, ti hanno detto di farti da parte: anche perché qualcuno non avrà digerito certe tue sortite a proposito della finanza...)... L'attesa per il "papa nero", inteso come di colore, che invece ha sortito l'elezione di un gesuita, a indicare (ah, beati i semplici!) sia il colore della tonaca di questi che sono riconosciuti tra i primi "trickster" della Chiesa, sia un riferimento per "addetti ai lavori" a proposito del "papa nero", come veniva chiamato il generale dei gesuiti ancora in epoca risorgimentale... Infine, il nome (Francesco; addirittura Primo, a indicare che possibilmente ce ne saranno altri... ma anche no) e la costante predica di povertà (altrui...) e velleità ("vorrei"...) di una "Chiesa povera", l'anello d'argento e le scarpe consunte, il doppio senso "scelto alla fine del mondo"...
Il tutto per il visibilio di tanta povera gente, che "finalmente" osanna un papa "buono", quasi "pacelliano", dopo essersene sorbito uno "buono anche lui", ma fin troppo scialbo: e soprattutto, che purtroppo sembrava la controfigura di Palpatine, con quegli occhiacci quasi spettrali...
La "Chiesa povera", caro Bergoglio? Bene: se davvero fosse così, perché non iniziare col pagare l'IMU senza fiatare, col dissecretare gli inghippi dello IOR, col fornire aiuti materiali ai disastrati, col condannare in azione civile e penale laica quei tantissimi malfattori che in questi ultimi cinquant'anni hanno agito impunemente tra le vostre fila? Ma mi rendo conto che azioni del genere sarebbero davvero da fine del mondo: quella vera, stavolta.
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