Esistono "giornali" che non fanno mistero del loro allineamento, quando si tratta di pubblicare certe cose: a quanto pare, La Stampa è uno di questi. Una sua rubrica, Vatican Insider, è una vera e propria miniera di neo-apologetica: capitatoci per caso un link dopo l'altro cercando notizie a proposito della bambina "cristiana" pakistana accusata di "blasfemia", ho potuto gustarvi una lunga teoria di articoli che sembrano usciti tutti dalla stessa penna. O meglio, dalla stessa mentalità che dirige più penne similari.

Uno degli articoli (chiamiamoli così) che mi hanno più disturbato, è stato quello in cui Introvigne (genio incompreso della Sociologia cristianomorfa) ha voluto spezzare una lancia... sul groppone delle Pussy Riot: che, come sappiamo, sono state arrestate per aver "dissacrato" una chiesa ortodossa (o meglio, per aver dissacrato lo zar Putin, pio "uomo di KGB" sul quale pendono tuttora forti "sospetti" per quanto riguarda la tragica fine di "certe" giornaliste assassinate in certi ascensori...).
Secondo il "Nostro", infatti, la condanna è senz'altro da rivedere, ma occorre tenere conto che le giovani abbiano offeso il Patriarca chiamandolo "puttana" e dissacrato una canzone liturgica ortodossa con "parole oscene"... Inoltre, certi loro accoliti si sono macchiati di altri atti non meno riprovevoli, come l'abbattimento di una croce: anzi, "non di una semplice croce", bensì di una croce con sopra il Cristo (quale orrore!). Oh, ma "caro" Introvigne: che succederebbe casomai le tue verità assolute (di fede...) si rivelassero tali da giustificare la "blafemia" della distruzione di qualsiasi "luogo di culto" al mondo? Che succederebbe casomai tutti gli esseri umani si accorgessero finalmente che le loro religioni non hanno nulla di vero, ma si tratta solamente di utensili di controllo che servono unicamente per scopi stupidi e abietti? Evidentemente, questi dissidenti la pensano così (viceversa, i loro gesti non avrebbero senso): ma non occorre farlo sapere...

A proposito di "blasfemia" e di "paese che vai", a quanto pare la "sacra rubrica" de La Stampa riesce pianamente a fare due pesi e tre misure quando si tratta di fatti accaduti in terre altrui, dove dominano altre mentalità pilotate da altre "leggi divine": egualmente rispettabili quanto quelle cristiane, s'intende, qualora non si trattasse in entrambi i casi di fantasie perniciose, di culti a divinità inesistenti, di strumenti di controllo e di imprinting esiziali.
Il caso della "bambina blasfema" che avrebbe bruciato alcune pagine di un testo coranico, è indiziario: va bene che la condanna sia senz'altro assurda, ma come può una bambina veramente "diversamente abile" avere la consapevolezza di ciò che sta facendo? Siamo sicuri, invece, che non si tratti di una montatura, o che, se davvero il fatto sussistesse, la bambina non abbia eseguito degli ordini o che non abbia agito dopo aver sentito degli adulti dire qualcosa in merito? Tale atto, infine, non sarebbe forse paragonabile alla "blasfemia" delle ragazze russe di cui sopra, oppure l'essere "diversamente abile" lo attentuerebbe? O magari, la vera cosa da rimarcare agli occhi del "timorato di Cristo" è essenzialmente il fatto che fosse cristiana e che si temessero delle recrudescenze islamiche locali contro le comunità cristiane?
Ci dimentichiamo, "cari redattori", il modo in cui si veniva puniti nell'Occidente Cristiano fino alle porte della Società di Diritto, già soltanto per aver disertato una messa? Figurarsi già a stracciare una sola pagina della Bibbia! E se oggi ciò non accade più, non è avvenuto certo per "apertura mentale" cristiana.

Sempre nelle stesse pagine, rimanendo in tema di bambini, ritengo oltremodo foriero di cogitatio profunda un altro bell'articolo (mi si scusi il francesismo) a proposito di una serie di Barbie calve, prodotte come regalo per i bambini "colpiti da tumori" (sic! Curioso che non abbia scritto "diversamente metastatici"!). L'articolista si chiede, piuttosto, semmai queste bambole non dovrebbero essere prodotte per essere vendute: si badi, non certo per spirito di lucro (giammai!), bensì perchè anche per la Barbie "sarebbe ora di crescere", per "incoraggiare cambiamenti sociali"! Piuttosto, io mi chiedo se, dopo la Disney e qualche altra major americana quotata in Borsa, anche la Mattel non sia finita nel mirino "discreto" degli investitori in abito talare...

Dulcis in fundo, la solita tiritera sui gay e le "unioni di fatto", che a quanto pare incontrano una loro recrudescenza in tempo di Canicola: un pò come per le attività degli enarei di Erodoto, che si sodomizzavano con maggiore sistematicità al tempo del sorgere di Sirio. Seriamente (lo so: come diceva il Poeta, è difficile star "calmi e indifferenti", a queste provocazioni: considerato soprattutto che la Chiesa conti tra le sue fila una maggioranza elettiva di "diversamente eterosessuali", e da ben prima delle aspre denunce del "buon" Pier Damiani...), la questione è più che mai spinosa. Secondo il nostro serio(so) quotidiano, il cardinale francese Barbarin ha affermato che la legge non dovrebbe interferire "in campi che non le competono": che sarebbero, dunque, di più piena competenza di propalatori di fregnacce ammantate sotto l'ombra di una croce.
Sia chiaro: l'omosessualità sarà pure "geneticamente inutile", ma se essa si verifica comunque (pare, a livello genetico) è oltremodo inumano tacciarla o ghettizzarla. Anche questo è un "segno dei tempi": passati i quali, passerà pure questa "moda". Basterebbe saper attendere, qualora il problema in fondo non fosse che, frattanto, le famiglie "normali" si assottigliano, gli etereosessuali fanno meno figli (battezzati) e i gay si moltiplicano (quel che è peggio, senza avvertire alcuna vocazione talare...).

Come concludere? Senz'altro consigliando un cappello a falde larghe, quando si esce di casa: con temperature così innaturali, la mitra non offre la giusta protezione per una cervice già di per sè "diversamente elastica"...
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